19 giugno 2023

Testardi

 Diario per un amico.......per sapere come inizia prego leggere  Testardi

Lunedì 16 giugno 2008 
                 ...La vita non è qualcosa che si dà
                ma qualcosa che si prende         
                                                                  (E. Jong)
"Il pollice sente la radio", non me lo scorderò mai più. Il radio, mi hai detto "sgridandomi" con il tuo sorriso dolce. Per fare un po' di cinema ho sparlato di ossa, io che non so neppure i nomi più banali  o dove si trovano! e il tuo stare al gioco è il filo di una amicizia che ogni giorno s'intreccia, che aiuta a comprenderci e che spero possa, almeno un poco, sostenerti.
Hai voluto, col nostro aiuto, sederti sulla sedia a rotelle ed è stato un grande passo che non pensavo avresti potuto fare così in fretta. Finalmente sei uscito da quel letto anche se dopo poco ti girava la testa ed hai avuto un abbassamento di pressione che ti ha obbligato a ritornarci in quel letto. Un po' per volta ci siamo detti, un po' per volta affronterai gli ostacoli e tornerai ad essere padrone del tuo corpo. 
Quante belle parole siamo capaci di dirti ma quanto poco possiamo aiutarti nella sofferenza di questi momenti.
 
Giovedì 19 giugno 2008 
                 ...L'immaginazione è l'acquilone
                che possiamo far volare più in alto.        
                                                                  ( Bacall)
Ti hanno fasciato la testa in un modo assuro! abbiamo riso nel vederti e al momento ci hai fatto una strana imprensione, assomigliavi a un ferito di guerra curato e fasciato in qualche modo nella tenda da campo, tipo scena da film. Per fortuna nulla di grave, solo per evitare che tu ti possa nuovamente grattare e rimuovere le crosticine.
Non so nulla di come dovrai fare per uscire da questo incubo ma tu tieni duro, un giorno ti toglieranno tutte le bende e comprerai un paio di scarpe nuove. Devi crederci.
Ora siamo in attesa di sapere quando ti trasferiranno nella speranza tu possa incominciare le nuove cure. Sicuramente ci saranno meno persone che potranno passare a trovarti, noi compresi, sarai lontano e forse sarai un po' più solo, ma sappi che c'è un sacco di gente che ti vuole bene, con il cuore ti saremo sempre vicini e ti aspetteremo per continuare a fare ancora moltissima strada insieme. 
In fin dei conti a questo servono gli amici.
 

 

10 commenti:

  1. direi qualcosa che si spende e spande :)
    lieto giorno

    RispondiElimina
  2. E' un attacco tremendo del battaglione *malattie* Siamo obbligati a vincere.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Se non a vincere almeno siamo obbligati a combatterle certe battaglie.

      Elimina
  3. Però era più bello se il pollice avesse sentito davvero la radio, un po' di buona musica aiuta sempre

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Si, sarebbe veramente più bello se la musica ci accompagnasse sempre.

      Elimina
  4. In queste giornate leggo il tuo diario e mi commuove cento volte di più.
    Un grande abbraccio Ester!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Felice che ti piaccia leggere il mio "Testardi", una testimonianza di come incredibilmente si possa reinventare la vita.

      Elimina
  5. Un tempo le persone erano più abituate alla malattia e alla morte, fin da bambini vedevano ammalarsi e morire compagni di gioco e di scuola o fratellini; un uomo a 50 anni era considerato vecchio, a 60 venerando, una donna a 30 anni se non era sposata era considerata zitella ed era raro che si sposasse, le persone assumevano grandi responsabilità in età in cui oggi ci consideriamo appena adolescenti.
    Le persone di una volta “prendevano” la vita, sapevano che il loro tempo era prezioso e che l’esistenza stessa è imprevedibile.
    Oggi noi ci “aspettiamo” la vita, che le cose ci spettino di diritto, c’è persino un’aspettativa di vita per cui uno diventa anziano (non vecchio) solo dopo gli 80 e la morte arriva sempre troppo presto qualsiasi età abbiamo.
    Mi piace sentire il sapore dell’amicizia in questi tuoi post, quella per fortuna non è cambiata e anche quella si “prende” e non è qualcosa che “ci si da”.
    Ciao

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Hai ragione ci aspettiamo quasi di essere eterni e siamo sempre impreparati alle malattie figuriamoci agli eventi incredibili come quello di essere morso da un ragno e per ciò ricostruire una vita da invalido. Io credo però che anche una volta lo si era, solo ci si abbandonava al proprio destino.
      Ciao e grazie.

      Elimina

Vuoi lasciare un commento e non sei registrata/o? 1. Scrivi il tuo commento e poi il tuo nome 2.Scegli ANONIMO dal menù a tendina. 3. Clicca su PUBBLICA. Grazie!