01 settembre 2024

Campagna libraria

 La mia vita lavorativa è stata movimentata, ancora ora lo è.

Oggi primo giorno di settembre, girando la pagina del calendario, mi è tornato alla mente quando questa data era l'inizio di una montagna di lavoro dove anche le poche ore in cui si andava a dormire non bastavano per riprendersi dalla stanchezza della giornata.
C'è stato un tempo che questo mese rasentava l'assurdità e lo sfinimento ed è stato allora che ho compreso perchè si dice "Campagna Libraria"
(Il mio amico Walter sapeva benissimo come mi sentivo in campagna libraria)

 All'epoca io e mio marito avevamo una cartolibreria improntata sulla scolastica e organizzare il lavoro per i libri di testo (prenotazioni - ordini - ritiri) e inseguire fornitori e grossisti nell'illusione di accontentare i clienti, era cosa assai complicata.
Alla mattina i genitori arrivavano alle h. 7,45 già schizzati per via del traffico, dei figli, del panettiere che ancora non aveva aperto e già in ritardo, ritardissimo a sentir loro, allungandoti un foglio scritto a mano dichiaravano:
"Poi domani mattina passo a ritirare tutto."
..Ma tutto che? Già c'era da tradurre la scrittura, controllare che autore, titolo, casa editrice corrispondessero, che non era mica scontato, e poi i volumi? ma che volumi avrei dovuto prendere se non c'era segnato neppure per che classe erano i libri? e i quaderni? righe, quadretti, A4, A5, spiralati, quablock, bianchi, che mettevo via se c'era scritto solo - 5 quaderni-?
La cliente senza fretta entrava alla ricerca di qualcosa che doveva essere esattamente come lei l'aveva pensata la sera prima, dando inizio così ad una caccia al tesoro. Esordiva:
"Cercavo uno zaino per mio nipote "
Io: "Provi a vedere quello in vetrina" - "Che dice di questo con le spalline larghe?" - "Potrebbe andar bene con il fondo rinforzato come quello qui sopra?" - "Dia un'occhiata a quello alla sua destra" 
Nulla da fare, quello che voleva non l'avevano ancora inventato e non si capacitava del perchè.
Capitava che nella pausa pranzo, che consumavamo in negozio a serranda abbassata, qualcuno bussasse:
"E' Chiuso?"
Io: "No...noi i clienti li facciamo strisciare sotto la porta, se passano li serviamo!"
Nel pomeriggio arrivavano i ragazzi e le perle di saggezza si sprecavano.
Il fiducioso: "Dovrei ordinare un libro"
      "Si dimmi, autore?"      "Levi" - 
      "Titolo?"      "Cristo è sbarcato a Eboli"
      "Guarda io metto  si è fermato a Eboli, poi vediamo che ci dice l'editore"
      "Come vuole lei"
Il genio: "Il prof. mi ha detto di prendere un libro"
      "Ok titolo? autore?"    "Titolo La Bibbia,  autore Dio"
L'indecisa: "Ho bisogno di questo libro" e prende un foglietto
      "Si dimmi che prendo nota" 
      "L'autore è Erasmo da Rotterdam, il titolo è Elogio della piazza"
      "Mi sembra un po' strano! io ti direi di ordinare Elogio della pazzia o della follia"
      "Anche a me è sembrato un po' strano quando la prof. ha dettato Elogio della pizza e così ho pensato fosse elogio della piazza."
Non che le richieste del materiale di cancelleria fossero meno stravaganti.
      "La bambina voleva una matita"
      " Bene, come la vuoi?"
      " Come quella della mia maestra"
Una mattina una signora mi ha disorientato
      "Scusi, ho un po' di fretta, volevo solo un cartoncino"
      "Si, di che colore lo vuole?"
      "Verde padania"
La sera cenando, sempre in cartoleria, ci ridevamo su e fra un pezzo di panino e un caffè riordinavamo le prenotazioni da mandare agli editori. 
Si andava a letto sfiniti e un po' sfiduciati nel futuro.  

16 commenti:

  1. Mi hai fatto ridere !!! Io ero un'insegnante (ora pensionata) e, con le mie colleghe compilavamo le liste del materiale che, ogni bambino doveva procurarsi a inizio d'anno . Sono convinta che , più di una volta, abbiamo fatto impazzire genitori e cartolai , con le nostre richieste !!!

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    1. Ti rispondo onestamente, "Ci puoi giurare!" quasi ogni maestra aveva la sua personale idea di quale fosse il "celeste", tanto per dirne una. ahahah Noi abbiamo sempre deciso di tenere il materiale base con i colori primari per non dover correre dietro a tutte le richieste.

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  2. Avere a che fare con il pubblico è sfiancante ... poi ogni tanto si ha anche qualche soddisfazione

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    1. Certamente, le soddisfazioni ci sono, se il lavoro lo fai bene moltissimi lo riconoscono e il passaparola positivo fra i clienti è gratificante.

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  3. Fortissimo questo post, in effetti noi maestre chiedevamo ai genitori una serie di materiale che poi, ovviamente, faticava ad arrivare per tempo; le richieste erano per troppe e in contemporanea 😂😂😂
    Saluti belli.
    sinforosa

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    1. Pensando alla scuola che ricomincia, volevo far sorridere un po', ma nulla è inventato e dover accontentare tutti e in brevissimo tempo era un lavoro faticoso. Poi, diciamoci la verità, consegnavamo del materiale o dei libri che i ragazzi non usavano fino a Natale, ma dovevano averli subito. ahahaha.

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  4. Io lavoro al pubblico da novembre 2007, queste situazioni le conosco bene e secondo me chi non ci passa non le può capire.

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    1. Come tutti i lavori se non li conosci da dentro è difficile capire le difficoltà ma si può provare a spiegarle. C'è chi ha voglia di comprendere e sono quelli che poi diventando clienti-amici facendoti amare il tuo lavoro. Ciao Katrina.

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  5. Un pochino ho visto il mondo delle cartolibrerie nel periodo scolastico, sia da cliente che da conoscente di gestori...
    E che infine da genitore che doveva trovare la quadra tra figlia, scuola e librerie...
    Sopravvivere non è certo facile, ma si sopravvive
    Un abbraccione

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    1. Si sopravvive perchè si è certi che prima o poi ottobre arriva e tutti si daranno una calmata. ahahah.
      Un abbraccio a te, ciao Alberto.

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  6. Non è facile lavorare con il pubblico.

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    1. Credo che ogni lavoro non sia facile, noi avevamo almeno la possibilità ogni tanto di farci qualche risata con le richieste sconclusionate dei ragazzi, tipo: "Volevo la Divina Commedia quella divisa in tre" ahahah

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  7. Può capitare di perdere la fiducia quando se ne sentono di cotte e di crude. Alla fine però... E' sempre meglio riderci un po' su. Un salutone a te.

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    1. Concordo, sempre meglio riderci su. :)

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